Un’autrice alle prese con l’avvento dell’AI nel cinema e un filmmaker futuro che realizza opere nel suo salotto con un’AI onnipotente, per uscire ciascuno dalla propria impasse creano due film che casualmente finiscono per raccontare l’uno la genesi dell’altro, una romcom distopica e un grottesco dramma d’autore retró, inseguendosi fino a quando il gioco di specchi si fa insostenibile.
Entrambi compaiono come protagonisti del film dell’altro, perfetti alter-ego di una metanarrazione che racconta la propria crisi creativa proiettandola in un’altra epoca, un’età dell’oro per uno e un incubo annunciato per l’altra. Ma entrambi inseriscono anche se stessi nei propri film come antagonisti, elementi vivificanti in tensione costante con l’altro, per riaffermare la propria capacità di controllo su quel mondo lontano immaginato.
Per quasi l’intero arco narrativo crediamo che i due film che si alternano davanti ai nostri occhi siano effettivamente quelli realizzati dai due, che mettono reciprocamente in scena il proprio development hell, fin quando capiamo che niente è come sembra.