Luogo per eccellenza dell’interpretazione rousseliana, il cosiddetto procedé consiste in realtà in una serie di procedimenti diversi che gravitano intorno alla ricchezza di spaccature prodotte nel linguaggio dalla caoticità della sua evoluzione storica. L’incoscienza letteraria di Roussel è compensata così dall’estrema attenzione alla costituzione stratificata e combinatoria del segno linguistico, le cui irresoluzioni sono nella sua opera straordinariamente impiegate in senso costruttivo: derive semantiche, omonimie, omofonie sono le forze che operano nel suo processo compositivo. Seguirne le tracce, o analizzarne le ulteriori scomposizioni in procedure minimali, comporta sforzi esegetici che talvolta risultano sovrabbondanti alla stessa qualità dei testi prodotti con quel determinato procedimento.

Da una parte quindi si situano le problematiche relative ai singoli procedimenti in astratto, dall’altra gli esiti narrativi ottenuti da Roussel nello sfruttamento della regola. Glissando su questa necessità preliminare, sono spesso caduti nella trappola della generalizzazione anche gli sforzi migliori per circoscrivere gli ambiti procedurali delle “regole del gioco” rousseliano. Ad incrementare tale pericolo si nota la tendenza dello stesso autore a riferirle al singolare: per Roussel il procedé è sì uno, ma disomogeneo, soggetto ad un’evoluzione costellata di improvvise svolte tecniche, che differenziano le operazioni; egli non si pone problemi teorici (come è invece richiesto ad un intervento critico), gli scarti concettuali tra le differenti procedure sono rimossi dall’interesse per la loro comune funzionalità narrativa; allo stesso modo, Roussel si disinteressa ad ogni indagine supplementare all’interno di ciascun procedimento, laddove in realtà intervengono più istanze diverse in successione.

L’insidia della reductio ad unum della varietà dei procedimenti è da aggirare mediante la sottigliezza di un adeguato sistema di distinzioni.

Il procedé è costituito da due operazioni successive, molto diverse tra loro, e generalmente riconosciute e variamente denominate dai principali critici:

A) Creazione di frammenti di materiale narrativo (parole-chiave) mediante procedimenti di manipolazione del linguaggio.

B) Assemblaggio di queste unità linguistiche mediante collegamento logico di gruppi di esse, che costituiscono brevi fabulae da “infilzare” nel tessuto connettivo di una cornice narrativa.

Non c’è dubbio che Roussel per procedimento intenda entrambi i momenti, anche se si sofferma più diffusamente sulla descrizione del primo, più innovativo, composito e tecnicamente circoscrivibile, considerando il secondo come una interpolazione empirica, semplice conseguenza dei primi presupposti. Ma i rapporti di forza tra queste azioni successive mutano costantemente dal primo al terzo procedimento, in cui Roussel trova finalmente un equilibrio ottimale, una funzionalità narrativa che sovrintende alla stesura delle sue opere maggiori.

Indice
Primo procedimento