Lo sono da tempo, in effetti. Nascosti nelle pieghe del codice dei nostri blog, siti ed applicazioni web, quando i contenuti sono generati da strumenti illuminati. Solo, finora non erano visibili ai più.
Come invisibile, del resto, pare sia tra gli osservatori italiani la recente e fondamentale accelerazione degli sforzi riguardo l’usabilità di quel po’ di semantico che c’è già nel web attuale. Ahimé, stavolta sono costretto quindi a recensire in prima persona. Proviamo anche lo stile redazional-popolare.
Una coppia di strumenti sta perfezionando la tecnologia per rendere finalmente funzionale il mondo dei Microformat, con sistemi capaci di visualizzare, gestire, esportare e collegare a servizi esterni la fauna di dati strutturati che brulica nelle pagine web: contatti, eventi, luoghi, recensioni, tag possono ora staccarsi facilmente dalla pagina in cui sono inseriti per interagire con altre applicazioni. Con un click, da una pagina web si possono aggiungere persone tra i contatti di Outlook, o un evento in Google Calendar, e molto altro. Ed è solo un antipasto di ciò che ci verrà servito nei prossimi mesi.
Gli addetti ai lavori già conoscevano probabilmente Tails e Tails Export, due estensioni pionieristiche di Firefox capaci rispettivamente di rivelare ed esportare alcuni Microformat. Ora Andy Mitchell di Webcards e Mike Kaply di Operator stanno lavorando insieme su tecnologia Mozilla (probabilmente destinata a confluire in Firefox 3 entro l’anno) per sviluppare ufParser, un parser di Microformat in javascript da rendere disponibile open source, e per arrivare a componenti comuni utilizzabili in futuro da differenti applicazioni che vogliano lavorare su microformat o altri standard emergenti del web semantico.
Negli ultimi giorni sono state rilasciate nuove versioni di Webcards e Operator, frutto della collaborazione, disponibili come estensioni di Firefox. Consiglio di cominciare a giocarci per prendere confidenza con l’avvento dell’orrorifico “web 3.0”.
Attualmente entrambi i parser non sono in grado di rivelare e gestire microformat creati dinamicamente dopo il caricamento iniziale della pagina. Quindi sono più adatti a pagine di blog statiche che a web applications: ad esempio non sono in grado di rivelare i microformat nei tag del feed viewer del mio Excite MIX, perché sono generati tramite JS. Peggio ancora per applicazioni senza markup iniziale, interamente generate da javascript (come Netvibes).
Dovrebbe però essere previsto un evento di ripetizione su richiesta del parsing per le prossime versioni di Operator, spero accessibile sia tramite script che tramite interfaccia.
Non ho ancora monitorato la performance del parser. Quando sarà definitivo potrei adattare il mio benchmark già utilizzato per la comparazione delle performance di differenti script di DOM query. Webcards consente comunque di disattivare gli effetti dinamici per utenti con poca potenza di CPU. Andy pare molto sensibile al problema, me lo ha confermato anche in risposta ad alcune mie note. Gli oggetti sono comunque tutti generati da DOM, secondo gli standard ECMA (con quel che di lentezza che deriva dalla scelta di non utilizzare innerHTML).
1. swarzy ha detto:
molto interessante questo post:
ma perche e’ taggato, oltre che con “microformats”, anche con “semantic web”?
anche tu speri che il web 3.0 porti ad avere una convergenza tra i due universi paralleli
2. Andrea Martines ha detto:
Si sono dati loro stessi la (geniale) etichetta di “lowercase semantic web”, e come vedi io ho taggato con le minuscole Sì, considero questo l’unico approccio utile per una semantizzazione diffusa dei contenuti in tempi non biblici.