Una diciottina d’anni or sono un caro amico mi chiese un’onesta opinione su un certo scritto che aveva appena dato alle stampe.
Da allora tra noi usiamo la formula “nuovo, diverso, alternativo”, da lui infaustamente inserita in quel documento, per designare senz’altre parole la banalità fatta frase e, oscuramente, la decadenza dei costumi linguistici se non financo lo scivolamento imminente dell’universo in un vortice di entropia.
Oh, non me la ritrovo para para oggi usata da Zoro? 🙂
Non rimanevo così interdetto da quando udii persino Yehoshua ad un convegno usare “anno luce” come misura di tempo.
Che è l’unico evento della vita che mi rende idrofobo, unitamente a locuzioni del tipo “ho un buco nero nello stomaco” per indicare fame disperata.
Il buco nero è la cosa più piena dell’universo, cazzo!!!