Il dato sostanziale della tornata mi pare questo: la voglia di uscire dal berlusconismo è ormai più forte del senso di una mancanza d’alternativa, pur ancora fondato e radicato. E, strabordando, questa volontà si esercita fin OLTRE il Partito Democratico.
L’alternativa è quindi già potenzialmente vincente, ma solo quando il processo elettorale o di selezione politica fornisce qualche strumento per sovrascrivere le scelte del PD: primarie strappate (Vendola, Pisapia) o ballottaggio con outsider (De Magistris).
Attenzione quindi a traslare il risultato a livello nazionale, dove la legge elettorale non ha questi strumenti per filtrare via i candidati impopolari della nomenklatura. Che le amministrative eventualmente vittoriose e le istantanee demoscopiche non illudano nessuno, i muri che impediscono il cambiamento vanno rimossi prima delle politiche, e non possono prescindere dal ricambio generazionale della classe politica democratica. Che non è in se’ garanzia di buona politica, ma almeno asseconda un’onda su cui il PD finora ha soffiato dal lato opposto.