Ogni qual volta mi si prospetta una gita in Circoscrizione mi coglie in bocca quella soave scoglionevolezza che noi perfettisti proviamo quando messi in prossimità delle cose inutili.
Giustificata, nel mio caso, dalla varia disumanità ricorrente in tutte le visite alla Quinta, sulla Tiburtina.
Solo le ultime, cronologicamente:
Oggi poi. Variazione dello stato di famiglia. Già è così intollerabilmente anacronistico farci venire fin qui. Nell’attesa ristrutturo mentalmente iter burocratici e processi informatici dell’ufficio.
Una donna ci chiede con la massima disinvoltura se siamo anche noi lì per un certificato di morte. Boh, sarà una vedova nera. La morte, la nascita. E’ il nostro turno, ma da noi c’è un passeggino che sconfina dallo sportello accanto. Retto da un babbo che sta urlando tutti i suoi cazzi all’impiegata che non sente, sotto al cartello “per favore, rimanere dietro la striscia gialla per esigenze di privacy”.
Ci viene chiesto “chi è il capofamiglia?”.
Chiedo disperato all’impiegata un modulo per uscire dal medioevo.
Si umanizza, ci dice che ora effettivamente si chiama “intestatario di scheda”.
Con l’aberrante sensazione di essere un “diversamente capofamiglia” faccio calare il ponte levatoio.
1. Stefano Epifani ha detto:
Hai tutta la mia solidarietà. Il mese scorso ho dovuto denunciare il furto della moto…
2. deeproland ha detto:
quando parli di Medioevo intendi quello col Papa che la fa da padrone e frati e preti che dettano legge?