Berselli, ingagliardito dalle rilevazioni di affluenza alle urne piddine, ha ben pensato di maramaldeggiare dalle colonne di Repubblica contro chi ha ritenuto di dover usare il NO in questa occasione, scomodando la untuosa definizione di “perfettisti”:
Ad esempio quelli che non sono andati a votare per le primarie del Pd perché il nuovo partito non era abbastanza liberale, socialista, popolare, democratico, insomma perché non era perfetto. Sono quelli che sono disposti a dimenticare le tristi necessità del presente in vista di un futuro che sarà molto migliore e forse anche molto più futuro. Sono le vittime di una malattia inguaribile per la cultura della sinistra. Dove conta essere “scomodi”, dove importa manifestare “disagio”, dove conviene mostrarsi “mai soddisfatti”.
Sofri (quello ggiovane) gli si è accodato.
Credo che non abbiano capito niente.
Gli astenuti di domenica sono quelli che avevano partecipato con fin troppo entusiamo alle primarie dell’Unione. Sono gli scottati dalla cronica concessione di fiducia mal riposta in passato, l’esatto contrario degli scontenti strategici di cui straparla Berselli. Sono quelli che considerano non più procrastinabile la risoluzione delle “tristi necessità del presente”, e non danno più deleghe in bianco ai politici che hanno già dimostrato di non saperle (o volerle) trasferire in azione.
Ma davvero l’infatuazione per il progetto vi acceca fino al punto di voler trasfigurare il sacrosanto dissenso in un minuetto di figurine a cui “conviene mostrarsi ‘mai soddisfatte'”?
Io la sento spesso quest’accusa di “perfettismo”: la formulano i caporali ai braccianti in nero che vorrebbero un contratto; i gruppi di nullafacenti e pressappochisti a chi si ostina a lavorare bene, rischiando di rovinargli i giochi; chi cerca di sfuggire alle conseguenze della propria negligenza a chi cerca di rinfacciargliela.
Se provi a far notare alle comunità montane al livello del mare che sono troppo basse, cosa pensi che ti rispondano? “Nessuno è perfetto!”
1. io ha detto:
la sai una cosa? te sei ricco sfondato rispetto a un africano medio, tanto quanto lo sono io. puoi tirare fuori tutti i caporali che vuoi ma te, sotto caporale, non ci sei mai stato. sei un intellettuale come tutti noi europei, sei solo il solito perfettista che fa la morale ai suoi fratelli
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